Descrizione
Questo libro nasce da un’occasione ma non vi è occasione che provenga dal nulla. Per certi versi, allora, potrei dire di non averlo scritto esclusivamente io, poiché buona parte di ciò che siamo dipende da un complesso intreccio di fattori. Capita che qualcuno, o qualcosa, in quest’inferno e paradiso che è la vita, lasci un’impronta più profonda delle altre. Accade, pure, che la più risibile delle orme si faccia corpo e paesaggio. Occorre, ancora, che la cura del più impercettibile dettaglio cambi direzioni di vicende che, pur apparentemente sbiadendosi, significano il nostro tentativo di porci al servizio della vita, inferno e paradiso in cui riconoscere e tutelare ciò che inferno (o ingenuo paradiso) non è, come a volte penso nel riecheggiare di parole forse già lette, tra ripetizione e rinnovamento.
A noi, allora, non tocca che abitare questa complessità, nella consapevolezza che, sebbene l’esistenza soverchi la parzialità di ogni sguardo, mondi possibili si dispiegano da una felice e disarmante aporia. In altri termini, non ci resta che danzare il mondo e, senza posa, tentare di rispondere all’interrogativo «che cosa significa essere umani?». Domanda che pratichiamo dalle più disparate prospettive e che non può prescindere dalla frequentazione di un luogo ancora e sempre da frequentare: l’intelligenza emotiva, verso la quale, in questa sede, ci si approssima in un gesto di matrice geo-grafica.
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